Il 15 e il 16 luglio del 1946 San Severo fu teatro di scontri violentissimi tra i militanti del movimento denominato dell’Uomo Qualunque ( la cui sede era collocata in piazza Municipio) e militanti del sindacat confederale. L’Uomo Qualunque aveva costituito un proprio sindacato chiamato “Libertà e Lavoro” e in accordo con alcuni agrari assumevano la manodopera non tenendo in alcun conto le regole contenute nella Commissione Comunale paritetica per l’avviamento al lavoro composta dall’associazione degli imprenditori agricoli e dai rappresentanti del Comune. Di fronte al reiterarsi del mancato rispetto delle regole si innescò una rissa gigantesca in tutta la città.In quei giorni drammatici del luglio 1946 si svolse una lotta tra poveri e gli scontri ebbero fine davanti ad una BRUTALE E MASSICCIA REPRESSIONE da parte delle forze dell’ordine. Il neo-deputato sanseverese RAFFAELE RECCA non apprezzò il comportamento del Ministero agli Interni. Memorabile fu il suo discorso alla Camera dei Deputati del 20 luglio 1946 con il quale contestò apertamente il suo Governo amico e il sottosegretario di Stato, on. CORSI, che non aveva risposto a dovere ad una sua interrogazione. La replica di RECCA fu la seguente: << << Sig. sottosegretario Corsi, lei non può fare della rabbia e della disperazione dei braccianti sanseveresi solo una questione di ordine pubblico. Vorrei sottolineare che quei comportamenti sono dettati da motivi di ordine socio-economico come la fame, la poverta’, la disoccupazione e la mancanza di istruzione. Per molti miei concittadini che vivono ancora nei tuguri con famiglie numerose a carico , non servono le cariche della polizia ma occorre costruire case popolari e delle necessarie opere pubbliche anche per dare lavoro a chi non lo ha mai avuto>>.