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LA DOTE: “I panni alla uno, alla due, alla tre, ecc.”

di MICHELE TAURISANI

In passato non esistevano organismi pedagogicamente predisposti che potessero svolgere una funzione prescolastica. Di conseguenza i ragazzi non acquisivano una sufficiente autonomia perché trascorrevano la maggior parte del tempo in famiglia, con parenti stretti o intimi amici. Considerata la situazione i ragazzi erano costretti a stare con loro e ascoltare i loro discorsi non sempre comprensibili. A me è capitato di ascoltare espressioni come: “Panni alla uno, alla due, alla tre, alla quattro, ecc.” di cui non capivo assolutamente il significato. Col tempo mi spiegarono che esse si riferivano a situazioni che riguardavano le famiglie che avevano figlie da sposare e quei modi di dire si riferivano alla dote e precisamente alla quantità di biancheria personale e per la casa che i genitori decidevano di dare per dote alle figlie. L’espressione: -“I panni alla uno, alla due, alla tre, ecc.” significava che i capi di biancheria come camice, reggiseni, sottane dovevano essere una, due, tre, quattro, per ogni capo. Per una mamma che doveva costituire una dote in base alle possibilità economiche era un’impresa ardua. Le mamme per mettere da parte i soldi per il corredo cercavano di risparmiare sulla spesa giornaliera o di raccogliere verdura selvatica in campagna e venderla o lavorare in occasione della vendemmia, della raccolta delle olive o per altri lavori occasionali. In ogni caso i panni alla uno, due, tre… una dote sia pure ridotta nella quantità e nella qualità riusciva a darla e garantiva alla giovane coppia di sposi di mettere su casa e disporre, sia pure di un limitato sostegno finanziario per iniziare una nuova vita più complessa e dispendiosa. Costituire una dote per una famiglia era motivo di orgoglio, di solidale affetto che aiutava a rafforzare i vincoli di fratellanza e di amore che arricchivano la tradizione e delineavano il percorso storico dello sviluppo caratteriale individuale e sociale di popoli che sono nati sulla Terra e su di essa, come le piante, si sono sviluppati per dare il loro contributo al ricco e armonioso aspetto della natura che non conosce confini ma si evolve continuamente e brillantemente e i modi di dire e di fare derivavano da un ordine mentale e da un idioma prettamente paesano.

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