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SAN SEVERO – ‘MBERE L’ARTE E MITTELE DA PARTE – LA FINE DELLA SCUOLA E GLI ANTICHI MESTIERI

Con il Covid ’19 e la conseguente pandemia abbiamo scoperto ancor più il carattere degli italiani e il loro gusto per il divertimento, il tempo libero e lo stare insieme, tanto da farne, è il caso di dire, una “questione di Stato”.
Verrebbe da chiedersi: “Ma se ad essere costretti in casa fossero stati i nostri nonni come avrebbero reagito?”. Senz’altro con insofferenza ma con diverse priorità. Infatti è una società più povera e sacrificata quella che ci precede, dove tutto ciò che per noi è scontato, cibo, casa, vestiti, studi, mezzi di trasporto, viaggi, denaro, era da conquistare con le unghie e con i denti. Contadini, operai ed artigiani che vedevano nel lavoro non solo un mezzo di guadagno e sostentamento ma anche e soprattutto un valore, qualcosa che arricchiva e completava la persona, che la riscattava in qualche modo dall’ignoranza, all’insegna del motto: “’Mbere l’arte e mittele da parte – Impara l’arte e mettila da parte”.
Ma dagli anni ’80, decennio di storico benessere che segue il boom economico del secondo dopoguerra, le cose sono man mano cambiate e i valori ribaltati. Da allora infatti si definisce una società sempre più ricca, che fa del risultato finanziario l’obiettivo primario, al fine di scongiurare i fantasmi della povertà delle generazioni che l’hanno preceduta, e che finisce con l’abituarsi più alle merendine che al pane – mettendo alle corde l’idea del sacrificio, sostituita da quella della leggerezza e del divertimento: cioè buttando via l’acqua sporca con tutto il bambino. Che c’è di male? E’ questo il progresso… si potrebbe obiettare. Ma siamo sicuri che è proprio così?
La povertà, con il suo mondo difficile, essenziale, spingeva le persona a dare il meglio di sé, a diventare essa stessa patrimonio, attraverso l’acquisizione di arti e mestieri, attraverso l’autoproduzione e il risparmio, tipici della cultura contadina ed artigiana. “Nu fatiamme a calasole sole pe ‘mbararece ‘u mestiere – Noi lavoravamo dall’alba al tramonto solo per imparare un mestiere” si può sentir raccontare da qualche vecchio artigiano; esempi che fino a qualche decennio fa facevano ancora scuola, ma che oggi diventano ottocenteschi.
Con la fine della scuola però potrebbero ritornare utili, recuperando da quel mondo difficile gli aspetti positivi, insieme all’antica usanza che voleva i ragazzi, ora liberi dalle ore di studio, impiegati in un lavoro, uno qualsiasi, che li tenesse impegnati nei lunghi mesi estivi e che permettesse loro di guadagnare qualcosina, in modo da comprare i libri per il prossimo anno scolastico e allo stesso tempo di capire cosa vuol dire sudarsi quello che si ha, facendo esperienza, sacrificandosi e per di più acquisendo le basi di un mestiere: formazione che anche se non corrisponderà al nostro sogno, nella vita potrà sempre servire perchè, come ripetevano i nostri nonni: “ ‘Mbere l’arte e mittele da parte – Impara l’arte e mettila da parte”.
Nazario Tartaglione
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