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CANTAUTORI DAUNI VOL. 1 L’ESORDIO DI UN COLLETTIVO ARTISTICO UNICO ON LINE I BRANI DELLA RACCOLTA IN FREE DOWNLOAD
E’ un caleidoscopio di sonorità, stili, voci e storie quello che intesse la prima raccolta dei Cantautori Dauni, il collettivo artistico nato nella scorsa primavera e che vede tra i suoi partecipanti alcuni tra gli autori e interpreti più concreti di Capitanata.
Tra dialetti ed italiano, fino ad ospitare l’arbëreshë, la raccolta è un viaggio nelle radici e nel tempo, un ponte tra passato e presente, sulle ali di melodie e versi che cantano vicende personali e sociali:
sentimenti, ricordi, sguardi su una realtà spesso cocente, carica di ferite e conflitti irrisolti, individuali e propri di un sud mai domo e mai liberato.
Aperta da Chi cante e sone no more maje, singolo scritto e prodotto da Nazario Tartaglione, interpretato dai Cantautori Dauni e uscito nell’estate 2022, l’album prosegue con Enrica, la luna e il mare, di Matteo Marolla, amico e cantautore prematuramente scomparso nel settembre scorso, che lascia un vuoto profondo nel collettivo e nel mondo artistico di Capitanata.
Segue All’ultimo banco, di Ciro Iannacone, struggente composizione del cantautore di San Marco in Lamis sul rapporto tra la scuola, la famiglie e la fragilità dei ragazzi. E non eri prevista, di Padre Francesco Cicorella, è la quarta traccia dell’album, coraggioso scavo del cantautore dauno d’adozione nei sentimenti e nell’animo umano, tra romanticismo e spiritualità. ‘U Candënerë, del cantautore sanseverese Nicola Giuliani, apre con forza sul dialetto, tra colori e vicende dal sapore popolare, senza rinunciare al fascino della canzone d’autore come a sonorità ed atmosfere teatrali. La sesta traccia, Voglia di andare via, del cantautore sanpaolese Matteo Longo, già colonna dei Cantori di Civitate, canta i desideri e le disillusioni che dalla giovinezza attraversano la vita di provincia, lasciando sullo sfondo speranze e malinconie. La fatij de lu quatrer di Alessandro Napolitano ci riporta alla Lingua Madre e alla durezza della vita e del lavoro nelle cave di Apricena, radici di una cultura del lavoro antica e maledetta. Sud dolente, di Nazario Tartaglione, è l’ottava traccia. Cantato dall’autore insieme all’apricenese Roberta Palumbo, struggente interprete di tradizione e canzone d’autore, il brano è un viaggio in tutti i sud e nelle loro amare contraddizioni, in un parallelo tra meridione d’Italia e meridione del mondo.
Antonio Francesco Parisi, anche lui di Apricena, segna la nona traccia con Il mio mare, composizione pop d’autore che conferma il talento e la forza del cantautore, per rivelare uno sguardo lucido sulla vita, le sue sfide e le ferite
‘43 è invece il titolo del brano di Gianni Ruggiero, poeta e cantautore di Foggia, interpretato dalla vibrante voce di Ester Brescia, apprezzata interprete foggiana. Attraverso il dialetto il brano dipinge senza sconti i giorni della guerra e dei terribili bombardamenti che colpirono il capoluogo dauno, lasciando segni mai rimarginati nella memoria e nella città.
Penultima traccia Core antiche, di Nazario Tartaglione, toccante dipinto in stile antico ed in dialetto sanseverese, che ritrae il centro storico cittadino ed un’antichità simboli della Capitanata e del calore meridionale.
A chiudere Mik Gjergj, di Salvatore Villani, cantautore ed etnomusicologo di Rignano Garganico che impreziosisce la raccolta cantando l’arbëreshë in ricordo del caro amico scomparso.
Presente tra gli interpreti di Chi cante e sone no more maje, il cantautore di Monte Sant’Angelo Federico Scarabino.
Una collezione unica, da non perdere, Cantautori Dauni Vol. 1, frutto dell’incontro e della consapevolezza che insieme si possono compiere grandi passi e realizzare progetti sempre più corali e significativi, fino a divenire voce e volto della propria terra.
La raccolta Cantautori Dauni Vol.1 è realizzata nel ricordo di Matteo Marolla.
( Di seguito i link per scaricare l’album in free download https://we.tl/t-FGmdB1sOFe –