È trascorso già un anno da quando improvvisamente una mano bieca e meschina ti ha strappato dai nostri affetti. Tuttavia è ancora indelebile nella nostra mente quella triste mattinata del 13 aprile 2019, quando la notizia funesta è piombata su di noi, All’istante abbiamo stentato a crederci, ma il destino era crudele. È passato un anno e il nostro ricordo è sempre vivo nella nostra memoria; è vivo nella memoria dei tuoi familiari, dei tuoi amici, dei tuoi colleghi dell’Arma del Carabinieri, corpo che tu hai servito con un alto senso del dovere. È passato un anno, anzi è volato, e tu non sai che noi qui sulla terra siamo ancora più affannati, ancora più angosciati, ancora più preoccupati. Tu, Vincenzo, non lo potrai mai sapere, ma qui sulla terra è scoppiata una pandemia, un maledetto virus altamente pericoloso che ci sta fiaccando nello spirito: siamo tutti costretti a stare in casa per sconfiggerlo, l’economia mondiale sta andando a rotoli, gli ospedali sono pieni di persone infettate in tutta l’Italia, quella stessa Italia che il 16 aprile dello scorso anno ti ha tributato gli onori militari che ti meritavi alla presenza delle più alte cariche dello Stato. Noi ora siamo ancora qui, sono i tuoi amici che non ti dimenticheranno mai che si ritrovano (seppure a distanza) in questi giorni a ricordare i momenti più belli ed entusiasmanti che abbiamo trascorso insieme. E lo facciamo col cuore elevando al Signore fervide preghiere per te. Tu, Vincenzo dal regno della Luce nel quale ora ti trovi guardaci ed assistici perché in questi momenti siamo immersi in un grave periodo di difficoltà, dacci la forza e la speranza di poterne uscire al più presto. 13