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FACCIAMO COME POSSIAMO, IL NUOVO ROMANZO DI ANDREA TIRELLI – UN VIAGGIO NELL’UMANITA’ IN DIVENIRE E NELL’INCONTRO CON L’ALTRO

La narrativa che si dedica alle persone, all’incontro, alla crescita personale è senz’altro narrativa preziosa, un contributo alla vita sociale e individuale sempre più necessario, rappresentato in questo caso dal romanzo Facciamo come possiamo, terza opera di Padrea Andrea Tirelli. Una storia in cui si incontrano più vite, ruotando intorno al rapporto con la realtà, i sogni infranti e le durezze dell’esistenza.
Germano, pompiere quarantenne, deluso dalla vita, ormai trascina le sue giornate tra insoddisfazione, indolenza e scortesia, tanto da rendere difficile persino il rapporto con Martina, sua moglie. Il ricovero in ospedale per accertamenti alla schiena è piuttosto una fuga, una pausa e insieme la ricerca di una scorciatoia.
Qui lo attenderà Luca, un bambino con la sua malattia e la sua voglia di vivere che, invertendo i ruoli, gli farà da maestro. Una storia bella, carica di umanità, in cui è facile trovare le tracce della passione dell’autore per l’annuncio evangelico, come la capacità di accostare la vita, di ascoltarla, scivolando nelle sue pieghe più recondite, grazie ad oltre venti anni di vita religiosa vissuta tra la gente, indossando il saio come i jeans, e passando dal pulpito ai marciapiedi di ogni strada, con lo stesso rispetto. Un’opera toccante, ricerca di senso ed umanità che non concede alibi al risveglio delle coscienze, come ci spiega Andrea Tirelli nell’intervista che segue
Facciamo come possiamo sembra a prim’acchitto un titolo rassegnato. Ma questa è tutt’altro che una storia di rassegnazione. Come la definisce? Facciamo come possiamo è una storia di rinascita, di rilancio della propria vita, dove la rassegnazione non può trovare spazio. Tutti noi siamo portati ad idealizzare la nostra esistenza, a credere di poterla basare su sogni, desideri, ma prima o poi arriva lo scontro con la dura realtà e il bisogno di rivedere i nostri piani. E’ proprio quello che succede a Germano, pompiere che si fa ricoverare in ospedale nell’idea di poterne ricavare un salvacondotto per la proria attività lavorativa e per una vita che non sopporta più. Facciamo come possiamo vuole indicare proprio la possibilità di dismettere i propri desideri e affrontare la realtà in modo pratico, senza recriminazioni o vittimismi.
Quale sarà per Germano l’evento che lo risveglierà, che lo metterà in contatto con la realtà? Sarà l’incontro con Luca, un bambino di 8 anni ricoverato in ospedale per una malattia seria. Grazie a Luca, alla sua lucidità, alla visione della realtà senza filtri tipica dei bambini, capirà nuove cose che lo aiuteranno a ripartire su diverse premesse. Luca gli dimostrerà con la sua storia e il suo modo di affrontarla che la vita non è solo idealità, desideri, ma realismo. Da ricordare anche la figura paterna del nonno di Luca, che aiuterà il bambino educandolo nella fede e nell’accettazione di sè e dell’esistenza stessa.
Facciamo come possiamo propone una ricerca di senso? Senz’altro. Nei libri di solito ognuno può trovare il proprio senso, trarre le proprie riflessioni e verità. Il senso per mio conto sta nell’umanizzazione che si può trarre da un miglior rapporto con la realtà. Ci trasciniamo in vite disumane, dove la gentilezza, il rispetto per l’altro, anche del partner, la condivisione, la comprensione, il dialogo, sono sempre più messi alla sbarra. Prevale la volgarità, l’egoismo, l’insensibilità, nelle piccole come nelle grandi cose. E’ una disumanizzazione quotidiana, che si può combattere innanzitutto con l’incontro, la relazione, il confronto. Essere umani significa essere aperti agli altri. La solitudine crea disumanità, e la digitalizzazione che interviene nelle nostre vite e riduce le occasioni reali di incontro ne è una causa determinante. Incontrare uno sguardo e lasciarsi cambiare è una grande opportunità, così come imparare a vivere i nostri sogni. Questi ci aiutano all’interno di un cammino di crescita se sono vissuti come percorsi, con impegno, sacrificio, progettualità, e non con la pretesa del tutto e subito.
Cosa vorrebbe lasciare al lettore con Facciamo come possiamo? Vorrei che il lettore fosse spinto ad aprirsi all’incontro, uscendo finalmente fuori dalla gabbia dei propri sogni e mettendo i piedi a terra, dicendosi ” Questa è la realtà e su questa devo lavorare per costruire il mio mondo”. Un romanzo è inoltre l’occasione per un autore di far conoscere meglio il proprio pensiero, in modo autentico e profondo, e di proporre insieme alla crisi la soluzione. Vorrei che questo fosse un romanzo di rivelazioni personali e di crescita per ognuno.
Facciamo come possiamo è in vendita on line e nelle librerie. Per informazioni è possibile visitare la pagina Facebook dell’autore. In definizione prossime presentazioni dell’opera.
“Mancava qualche minuto alle sette quando Germano per la seconda volta si sollevò dal cuscino alla ricerca della sveglia…. Prima di scendere dal letto fece una torsione sul busto per guardarsi alle spalle. Il posto accanto al suo era vuoto. Il lenzuolo non era stato scomposto. Martina non era neanche entrata nel lettone. Non lo faceva già da qualche settimana…”
Da “Facciamo come possiamo”
di Andrea Tirelli

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