“GiùBox”, il vino biologico dell’azienda agricola “Tenuta Demaio” di San Severo, nato in pieno periodo pandemia. L’idea vincente del vino “bag in box”.
Sta diventando sempre più attiva anche nella produzione e nella commercializzazione dei suoi prodotti, “Tenuta Demaio” l’azienda agricola di Antonio Giovanni Demaio, noto per essere stato tanti anni il preside dell’ITES “Angelo Fraccacreta”, la “Ragioneria”, di San Severo. La pandemia, che “ha provato a mettere un freno” alla commercializzazione dei vini bio ha fatto industriare l’ingegno con la produzione di un vino di qualità ma con modalità di presentazione diverse: “GiùBox”, il vino biologico che viene “da giù”, dalla Puglia. Questa la sequenza degli eventi. “Nel 2013 il preside, mio suocero, ha deciso di dare una svolta alla sua attività agricola e ha iniziato a trasformare la produzione delle proprie uve in vino, anche grazie al mio sostegno, considerando che lavoravo già nel campo enologico da qualche anno – ha dichiarato Giovanni Ciampi,che si occupa degli aspetti enologici e commerciali dell’azienda -. La filosofia produttiva è quella di un vino naturale, artigianale: in campagna utilizziamo il metodo biologico; in cantina, invece, una filosofia poco interventista, accompagna le nostre uve con fermentazioni spontanee, nessuna chiarifica, né filtrazione, a cui si associa una leggera aggiunta di solforosa. Questa strategia produttiva ha avuto un immediato riscontro sul mercato, così che tra fine ‘19 e i primi mesi del ‘20, tramite un distributore nazionale, tutto l’imbottigliato è stato venduto. Oltre 4000 bottiglie hanno raggiunto le enoteche e i più importanti ristoranti italiani: Venezia; Padova; Bologna; Napoli e Milano, queste le principali città che stanno apprezzando le due etichette prodotte: Bombino bianco(dal vitigno autoctono dell’agro sanseverese,ndr) e il Nero di Troia”. Anche in questo caso, per l’azienda “Tenuta Demaio”, la pandemia ha rallentato l’attività aziendale, ma non quella della vigna: “Per il 2020 –ha ripreso Giovanni Ciampi – le aspettative erano davvero importanti: durante la vendemmia avevamo preventivato di raddoppiare la produzione, aumentare le referenze aggiungendo un rosato da Nero di Troia e un Bombino con macerazione sulle bucce, partecipare al Vinitaly e, conseguentemente, iniziare le esportazioni. Ma il coronavirus ha provato a mettere un freno al nostro entusiasmo. Infatti, la chiusura di ristoranti ed enoteche ha bloccato il mercato domestico, l’emergenza Covid-19 ha inevitabilmente determinato la sospensione del Vinitaly e altre fiere internazionali in programma, facendo slittare di un anno la possibilità d’incontrare esportatori”. Tuttavia non ci siamo persi d’animo, perché noi siamo del parere che anche le crisi portano opportunità a chi le sa cogliere. Ed è stato quindi con questo spirito che, assieme al nostro distributore (che ha anche un e-commerce), abbiamo deciso d’investire su un nuovo prodotto che proponesse la stessa qualità che si ritrova nella bottiglia ad un prezzo più contenuto e con un formato pratico per gustare il vino quotidianamente: il ‘bag in box’ che ha portato anche al nome del vino”. Giovanni Ciampi entra nel merito: “È nata così l’idea ‘GiùBOX’, il vino biologico che viene da giù, dalla zona di produzione. Il mercato ha premiato il nostro coraggio: l’idea è stata da subito vincente e, in poco tempo, abbiamo imbottigliato e venduto già 200 ‘bag in box’, come primo imbottigliamento e abbiamo in programma di imbottigliarne almeno altri 1000 pezzi entro i primi di giugno. Si tratta di una confezione da 5 litri con il rubinetto che lascia inalterata la qualità del vino L’idea‘GiùBox’, inoltre, è riuscita a riscuotere molto successo sui social perché ci sono arrivate richieste da tutta Italia e, con sorpresa, anche dall’Estero, tra cui alcuni esportatori dall’Australia, dalla Francia e dagli Stati Uniti che ci hanno già contattato per avviare una collaborazione e iniziare ad esportare i nostri vini”. Tra l’altro, è chiaro anche il messaggio imprenditoriale: non arrendersi mai!
Beniamino PASCALE