Gli auguri per il santo Natale, di S.E. Mons. Giovanni Checchinato,
Gli auguri per il santo Natale, di S.E. Mons. Giovanni Checchinato, Amministratore apostolico di San Severo e Arcivescovo metropolita eletto di Cosenza-Bisignano.
«Il Natale c’insegna che la nostra fede è molto di più di una dottrina, di una legge, e che per essere vissuta e gustata ha bisogno di incarnarsi. Che tentazione grande ci assale quando pensiamo che il Vangelo sia solo qualcosa che dobbiamo conoscere per essere cristiani: se il Vangelo non diventa carne della nostra carne non potrà mai essere veramente condiviso con gli altri». (don Gianni)
Un’idea un concetto un’idea
Finché resta un’idea è soltanto un’astrazione
Se potessi mangiare un’idea
Avrei fatto la mia rivoluzione. (G. Gaber)
«In questi giorni mi girava nella testa questa canzone del grande cantautore italiano Giorgio Gaber che cantavo con i miei compagni di Liceo. In quegli anni ci sembrava il manifesto di un pensiero che, stanco di tante chiacchiere, desiderava la concretezza del bene. Penso che l’Incarnazione del Verbo di Dio nella persona di Gesù realizzi perfettamente quelle parole, quel desiderio del cuore di ogni persona. In effetti la festa del Natale, che stiamo celebrando nella Liturgia, ci dice che quel desiderio/progetto si è realizzato in maniera reale, radicale nella nascita di Gesù. Ce lo ricordano alcuni testi della Scrittura che ci vengono proposti in questo tempo: “Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Ebrei 1,1-2); e ancora “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità”. (Gv 1.14). La novità del Vangelo è proprio questa e ci ricorda che l’amore ha bisogno di concretezza, di fisicità, di condivisione. E Dio ha scelto di venire ad abitare in mezzo a noi, offrendoci non solo il pensiero santo della Legge, la speranza veicolata dai Profeti che ci spinge a leggere orizzonti nuovi nella nostra storia, qualunque essa sia, ma scegliendo di farsi “carne”, concretezza, verità sperimentabile e condivisibile. E tutto questo è legato in maniera particolarissima alla “Parola” viva ed efficace di Dio, quella Parola che non si accontenta di creare il mondo, ma si fa essa stessa carne, vita, esperienza. Il Natale ci insegna che la nostra fede è molto di più di una dottrina, di una legge, e che per essere vissuta e gustata ha bisogno di incarnarsi. Che tentazione grande ci assale quando pensiamo che il Vangelo sia solo qualcosa che dobbiamo conoscere per essere cristiani: se il Vangelo non diventa carne della nostra carne non potrà mai essere veramente condiviso con gli altri. Non è sufficiente, infatti, essere osservanti delle pratiche di pietà, se queste non ci insegnano a vivere in maniera evangelica rispetto alla mentalità del tempo, alle tradizioni che accompagnano la nostra esperienza umana, al così fanno tutti. E il riferimento alla Parola che crea e che si incarna, ci fa diventare, come cristiani, attenti alle parole che usiamo: le Parole di Dio creano l’universo e la sua Parola definitiva lo salva attraverso l’incarnazione; le nostre parole possono creare il bene, e fare nuovo il mondo, ma le nostre parole possono anche spingere il mondo verso il caos, la barbarie, il male. Sarebbe bello imparare dal Natale, accanto alle tante cose che ci insegna, un nuovo stile di comunicazione, fatto di verità e di rispetto, fatto di parole buone che creano un mondo nuovo con la nostra stessa vita. Il Vangelo di Gesù è ormai messo nelle nostre mani, e dipende da noi offrirlo come occasione di vita nuova, bene concreto che si fa storia, si fa carne, si fa cibo.
Buon Natale a voi tutti e alle vostre famiglie!»
San Severo lì, 24 dicembre 2022
san Delfino di Bordeaux
Direttore Ufficio Comunicazioni Sociali/Addetto Stampa della Diocesi
dott. Beniamino PASCALE