IL GRANDE GIOCO DELL’APPRENDIMENTO
E’ andato in scena presso il ‘De Amicis’ con il Progetto PON “L’orto delle Meraviglie”
Ha avuto termine il 30 giugno, presso il Circolo Didattico “De Amicis” San Severo egregiamente diretto dalla Dott.ssa Anna Maria Troiano, il progetto PON ‘L’orto delle meraviglie’.
Di seguito propongo alcune INFO per permettere al lettore di conoscere la fisionomia del percorso didattico:
• esame sul campo di elementi di orticoltura e floricoltura finalizzati a sviluppare abilità pratiche e manuali tramite l’osservazione diretta dei cicli biologici delle piante orticole e dei vegetali in genere;
• sensibilizzazione degli alunni nei confronti delle tematiche ambientali per far maturare un maggiore senso civico in vista di uno sviluppo sostenibile ed educarli a prendersi cura dell’ambiente che li circonda;
• valorizzazione dei piccoli spazi esistenti nel cortile della scuola con la messa a dimora di piante aromatiche della macchia mediterranea e la creazione di un orto didattico;
• organizzazione di piccoli gruppi cooperativi per proporre agli alunni metodologie attive fondate sul gioco, la collaborazione e la responsabilità individuale e di team;
• una manifestazione finale aperta ai sig. genitori, e a tutti gli altri alunni partecipanti agli altri progetti PON, ha consentito un sano protagonismo delle alunne e degli alunni partecipanti per rafforzare il consenso sociale sugli apprendimenti sperimentati durante il PON.
Ma trovo determinante spendere due parole pronunciate durante la mia presentazione, sui significati profondi che oggi sono insiti in attività didattiche desuete per il nostro contesto che pure vede l’agricoltura come attività di riferimento della nostra comunità. Del resto la vocazione agricola è per San Severo un forte elemento identitario e antica attività produttiva. Senza dimenticare che la crisi climatica, nella quale siamo immersi, impone una attenzione diversa ai temi legati all’ambiente e alle consapevolezze di base da diffondere tra la popolazione.
Non ho mai pensato che la civiltà contadina, dalla quale pure sento di provenire, fosse un bene da conservare sotto vetro. Aveva aspetti di ingiustizia sociale inaccettabili con acuti fenomeni di sfruttamento e di sottomissione (si pensi in proposito al mondo femminile e al fenomeno del caporalato). Tuttavia non erano estranei a quella cultura aspetti di straordinaria positività: il senso del lavoro, per esempio, e il rifiuto dei fannulloni, poveri o ricchi che fossero. Il ricco improduttivo era disprezzato non meno della così detta “falce stagliata”, del disoccupato per vocazione. E poiché il problema del mutamento sociale è sempre problema di dosaggio del ‘cambiamento’ (non di pura sostituzione di nuovi contesti ai vecchi contesti comportamentali), non la fine della civiltà contadina mi ha turbato, ma la fine delle innegabili virtù di quel mondo fondato sulla parsimonia e sul senso della misura. Tutti gli studiosi del presente e gli indicatori socio-economici presi in esame ci dicono che, con tutti gli aggiornamenti del caso, a quegli orizzonti valoriali bisognerà tornare per salvare la specie umana dal declino. Si tratta di farsi protagonisti attivi di questo grande mutamento culturale e di sicuro la SCUOLA dovrà assumere un compito di primaria importanza. C’è bisogno in sostanza di una scuola che sappia misurarsi con la complessità culturale dello “sviluppo sostenibile” promosso dall’agenda europea 2030 e di come ognuno possa dare il proprio contributo. Un grazie sentito alla tutor del progetto Maestra Anna Maria la Pietra, preziosa risorsa come tutte le altre colleghe dell’istituto scolastico.
Consigliere Comunale, Prof. Michele de Lilla